C’era una volta un uomo che s’innamorò di una donna che di lui si accorse a mala pena. Punto. A sommi capi il libro parla di questo, visto così, spoglio di tutto non verrebbe neanche voglia di regalarlo a qualcuno con problemi d’amore, figuriamoci di leggerlo. Invece è un libro da leggere. E’ una favola moderna, dove facebook, amato o demonizzato che sia, gioca da ala tornante, segna vari goal e alla fine sembra vinca pure la partita. Ma la squadra che rappresenta non è per quella per cui farete il tifo. C’è anche un cimitero dove si gioca a ruba mazzetto e dove ci si divide il panettone alla vigilia di Natale. E poi c’è la pioggia, catartica, che bagna e libera dalle costrizioni, per poi creare nuovi recinti, questa volta virtuali forse più angusti dei primi. Ci sono segreti, orsi bruni dagli occhi buoni e sogni irrealizzati, ma soprattutto c’è un desiderio di emancipazione di chi vorrebbe ma pensa di non potere, e di chi si accorge troppo tardi che avrebbe potuto fare ma in fondo ha preferito rinunciar. Pagina dopo pagina la storia incalza e ti tiene connesso fino all’ultimo perché nonostante qualche briciola buttata qua e là, poco ci viene svelato finché non si arriva alla fine. Paola Mastrocola si propone come sempre con il suo stile semplice e con la sua sottile e mai scontata ironia. Leggere questo libro, ma in generale il suo modo di scrivere, mi ha fatto pensare ad una conversazione con una persona garbata e un po’ timida, a cui viene spontaneo non dire cose fuori luogo. Una persona delicata ma che all’occorrenza non teme a brandire un sottile fioretto, per difesa delle proprie ragioni. Facebook in the rain è un libro snello e veloce, volendo lo si potrebbe leggere in poco tempo, ma si potrebbe anche decidere di scivolarci dentro e navigare tra le righe, lasciar sommare il detto al non detto e far si che anche questo viaggio (ogni libro lo è) permetta un dolce naufragio, verso lidi inesplorati o sponde già conosciute ma che in fondo forse, speravamo di ripercorrere.
Clara Cuccu